
A quarant’anni dallo scioglimento del gruppo inglese per eccellenza la band romana propone una lettura al contrario dei grandi successi che hanno lasciato il segno nel decennio ’60-‘70’.
Aprire un concerto soli sul palco con “Let it be” non deve essere affatto male, e neanche chiuderlo con "Twist and Shout"! E via passando per “Come together”, “Something”, a ritroso negli anni tra i brani di Abbey Road, Sergent Pepper fino all’era della Beattlemania di Help, for Sale etc.
Gli Apple Pies suonano alla grande, brani che sembrano facili, ma mmmmh lasciatemi dire che renderlì così fedelmente non è da tutti. Chi interpretava McCartney cantava uguale, ma proprio uguale uguale e, piccola chicca, a metà spettacolo oltre a cambiarsi d’abito e mettersi giacca stretta cravattino stretto e stivaletti col tacco (che mi garbavano una cifra) si è pure fatto la barba.
2 commenti:
C'ero anch'io a vederli....azz....cantano tutti (a parte il batterista in prestito che in effetti si sentiva essere un pò meno preciso)e suonano benissimo! Che palle però la premiazione (tra l'altro senza i 2/3 dei premiati in sala)e il gruppo di supporto che nonostante siano giovanissimi etc etc hanno stancato dopo il secondo pezzo...Cmq Apple pies 10 e lode...stivaletti compresi!!
Grande Phil!
Adesso so cosa regalarti in occasioni future ;-)
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