Domenica 13 maggio ho corso il triathlon off road dell'Alta Brianza. Preso dal trip della mountain bike avevo deciso da qualche settimana di tentare quest'esperimento per curiosità e un po' per il solito senso di sfida verso me stesso. Scrivo all'organizzazione chiedendo se il percorso bici presentasse difficoltà tecniche particolari perchè data la mia inesperienza alla guida non si sa mai. Risposta:"Giovanni, se per difficoltà tecniche intendi discese pericolose, non ti preoccupare di discese praticamente non ce ne sono!". Ah beh allora sono tranquillo....
Arrivo presso il lago di Montorfano (CO) con un buon anticipo e la giornata, come da previsioni meteo è grigia e non promette il sole.
foto by govocar |
Nella casetta/bar in riva al lago distribuiscono i pettorali e le istruzioni per la gara. Sembra facile, basta lasciare sulle rive del lago la bici, i vestiti per la bici, la muta, gli occhialini, poi portarsi in auto in cima all'alpe del Vicerè per allestire la propria T2.
govo bike |
Finito il preparativo T1 mi metto in auto e salgo in direzione T2, però fa "freschino".
Arrivato in cima mi accorgo che l'atmosfera è particolare, calorosa dal punto di vista umano, freddolosa da quello dell'ambiente. Nebbia, pioggina e la temperatura esterna segnata dalla macchina dice 7,5°. Vabbè non farò mica il finocchio che mi lascio impressionare. Metto scarpe da corsa dentro una sportina di plastica e ho praticamente finito, noto con "piacere" che le mie scarpe sono praticamente le uniche da corsa in mezzo a molte da "trail", bene! Vado per prendere il tram per ritornare alla partenza ma vedo che si allontana. Noooo l'ho perso, vabbè non sono l'unico. In compagnia di altri 11 ritardatari mi metto a fare due chiacchiere aspettando il pullman di cui sopra. Sono in ciabatte, body e maglia, brrrrr. Passano 50 interminabili minuti e siamo tutti congelati. Sentiamo un volontario al telefono dire che l'autista del pullman si è perso (tal cred con 'sta nebbia) e che con qualche macchinata ci porteranno alla partenza loro. Vabbè, salgo su una panda tutta scassata insieme ad altri 4, alcuni con la muta alcuni come me più l'autista. Devo dire che l'effetto "stalla" creatosi sul pandino questa volta non è stato così male. Arriviamo di corsa alla partenza e sono già tutti in acqua, mi infilo la muta in fretta e furia, come entro nel laghetto ci faccio una pisciata interminabile dentro (scusate la caduta di stile, ma è stata davvero liberatoria) e mi scaldo, non faccio in tempo a dire "ahhhh" che danno il via. Nuoto bene, dritto alle boe senza mai prendere botte o altro, da questo punto di vista essere solo un centinaio scarso di partenti ha aiutato. Esco dall'acqua, via la muta, ed ecco tornare il freddo, mi metto tutto quello che ho, salgo sulla mtb e via che parto. Inizialmente il percorso prevede un bel single track attorno al lago, senza particolari difficoltà, un po' nervoso con qualche dosso ripido ma tutto affrontabile. Finiti i primi 10km ecco la prima salitella impegnativa, ogni tanto metto il piede a terra poichè ci sono dei sassoni un po' troppo alti per me, a fine salita mi fermo scendo dalla bici e mi ristoro chiacchierando allegramente con i volontari. "buongiorno, come va?", "ha ha, come va diccelo tu", "cosa c'è da bere e da mangiare'", dai dai che sei quasi a metà vai vai". RIsalgo e mi riempio le tasche di gel e barrette. Arrivato ad Albavilla sono inseguito da due personaggi, uno di questi con braccione muscolose e smanicato. Di fronte alla mitica scalinata tanto menzionata nel volantino, mi fermo e scendo me la faccio a piedi. Una volta finita risalgo sulla bici e poichè bambano coi pedali che non si agganciano subito faccio passare gli inseguitori e provo a mettermi a ruota. Nei vicoli di Albavilla uno di questi particolarmente stretto il tipo coi braccioni, evidentemente preso dalla foga agonistica si sbracciola tutto un gomito tant'è che è costretto a fermarsi. Ultima salita di circa 3km particolarmente impegnativa in mezzo al bosco, poi un sentierino in costa molto esposto (da paura) che definirei half track, non single. Mi sentivo un po' come quelle nonnette in macchina con una coda di rappresentanti di fretta dietro che suonano per sorpassare....biiiiiiiip biiiiiiiip e 'lora ti muovi....
Bene, ho finito la bici, adesso ci sono solo 11,4km di corsa, cosa vuoi che sia. Si parte in mezzo al bosco e alla pioggia/nebbia. Riesco a correre e non soffro i saliscendi, ecco la prima salitella ma niente di che camminano quasi tutti ma io riesco a correre, piano ma corro, alla faccia delle scarpe da trial, Si sale si sale e il mio passo diventa sempre più lento, spettamo che cammino un po' anche io. Arrivati a una quota X che non so, si ritorna a correre su percorso ondulato, bello. Inseguo la seconda delle donne, è cattivissima e ai miei tentativi "attaccapezza" non parla mai, ringhia tipo il mio amico Pol. Ok, sto zitto. Sembra manchi poco curva a gomito e poi SALITONA ripidissima in costa con un vento e un freddo assurdo, la cammino tutta, arrivo in cima (quota 1300m Monte Bollettone) e da qui si sarebbero dovute vedere le alpi, la brianza i laghi etc. ma con sta nebbia non si vede proprio un tubo, vabbè prendo il braccialetto di passaggio in cima e via in discesa verso il traguardo. Arrivo, medaglia, pasta e doccia calda! Mai fatta una fatica così! Però bella, l'atmosfera creata dagli organizzatori mi è piaciuta tantissimo e sicuramente con un meteo favorevole sarebbe stata anche una figata dal punto di vista del paesaggio, peccato, beh magari l'anno prossimo...chissà.
ciao
1 commento:
Bravo Govo e splendido racconto: non ricordo altre occasioni in cui ho fatto così fatica e provato così freddo nel leggere un tuo post :D
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