Questa mattina prima di venire al lavoro tra le varie cose da fare avevo in programma di acquistare la batteria del cardiofrequenzimetro scaricatasi qualche giorno fa.
Mi dirigo verso l'unico negozio di televisori e hi-fi del paesello, ma ahimè, sebbene le luci fossero accese, la porta è chiusa e il titolare non c'è. Mi parcheggio davanti alle vetrine in trepidante attesa.
Sono le 8.21.
Passa un vecchietto e mi borbotta qualcosa tipo: "a'l'è mia, l'è fus al beir", almeno il sound era questo poi le parole esatte non le saprei nè scrivere nè ripetere non essendo piacentino.
Ci penso un po' e ne capisco il significato.
Vado al bar di fianco al negozio, entro e chiedo:"scusate c'è il titolare del negozio qui a fianco?".
Risposta:"si sono io, dimmi", risponde un signore sulla 70ina davanti al bancone.
"Mi servirebbe una batteria tipo questa".
Risposta:"si ce l'ho, vuoi un caffè?"
Rifiuto educatamente il caffè e dopo tre minuti andiamo al negozio.
Sono le 8:30. Mi sostituisce la pila e poi mi chiede: "sei mica un ciclista?".
Rispondo: "mmmh si più o meno".
Ecco fatto, all'umarell del negozio gli brillano gli occhi.
E in men che non si dica attacca chiedendomi:"ma conosci quelli della banda di Roveleto (PC), conosci quel ragazzo di Fiorenzuola che corre e vince le gare in provincia?" Poi mi racconta che anche lui un tempo andava in bici, e via: dai giri negli anni 80 sui passi dolomitici alle strade e le salite più quotate qui intorno. Non me la sono sentita di interromperlo perchè era troppo cordiale e socievole e da queste parti non è così usuale.
Alle 8.50 mi sono ricordato che avrei dovuto essere già al lavoro e così ho educatamente salutato e ringraziato. Non mi ricordo neanche se ho pagato o meno la batteria.