Niente foto finish, niente record ma…
Quando mi sono iscritto alla ventiduesima edizione della maratona di Venezia il primo pensiero era rivolto solo ed esclusivamente al risultato cronometrico. Migliorare anche solo di un minuto il mio personale era l’obiettivo principe di questo 2007 sportivo.
La sveglia suona alle 6 del mattino, oggi però grazie al cambio dell’ora alzarsi non pesa più di tanto.
Colazione standard: banana, yogurt un po’ di pane ferrarese “ciupeta the original” e caffè formato gigante.
Sono le 8.15 quando finalmente a bordo della nuova Kia RIO gentilmente prestatami da mio padre, l’allegra compagnia (Stefano, Chiara & Chiara ed io) raggiunge la partenza della a Stra, piccola cittadina sulla riva del Brenta.
Mi cambio, mangio una barretta, foto di rito insieme a Stefano e poi via per la consegna delle sacche degli indumenti e per un po’ di riscaldamento. Alle 8.50 sono in griglia pronto a partire.
9.20 lo sparo, la fila scorre veloce senza intoppi. Corro meno di cento metri e “patapumfete” un gel che avevo nel taschino cade per terra…pazienza, me ne restano due.
I primi km li corro agile, mi guardo intorno, applaudo i gruppi a lato della strada, ce ne saranno davvero tanti. Pollice in alto per una cantante giovanissima che con la sua band propone i migliori Toto di fine ’80.
Arrivo al trentesimo chilometro, e secondo i piani, è il momento di allungare il passo e portare a casa il risultato. Pronti, via! Guardo l’orologio e il cronometro segna esattamente 10 secondi in più sul passo che tenevo prima… “mmmh ma non dovevo andare più forte? E si che di fatica ne faccio…ok adesso riprovo, brumm bruum…"
Stesso risultato! "Ok, torno ad andare piano, agile e decontratto che faccio meno fatica…e vado uguale”.
Sono piazza San Marco, sul lato sinistro del percorso è pieno di spettatori che fanno il tifo. Vedo il traguardo, provo a cercare fra il pubblico Chiara, ma niente troppa gente, troppa confusione. Arrivo sotto al cronometro montato sul traguardo, salto per toccare con la mano il quadrante che segna tre 3:19:41 (purtroppo non esiste una foto che mi ritrae nel gesto… e io che mi ero tanto impegnato).
Per tre minuti non ho fatto il record, ma sono contento, contentissimo!
Dopo ripetute esperienze negative, dovute (adesso mi sento di dirlo) alla testardaggine e all’accanimento sul cronometro, stavolta ho vinto io.
La sveglia suona alle 6 del mattino, oggi però grazie al cambio dell’ora alzarsi non pesa più di tanto.
Colazione standard: banana, yogurt un po’ di pane ferrarese “ciupeta the original” e caffè formato gigante.
Sono le 8.15 quando finalmente a bordo della nuova Kia RIO gentilmente prestatami da mio padre, l’allegra compagnia (Stefano, Chiara & Chiara ed io) raggiunge la partenza della a Stra, piccola cittadina sulla riva del Brenta.
Mi cambio, mangio una barretta, foto di rito insieme a Stefano e poi via per la consegna delle sacche degli indumenti e per un po’ di riscaldamento. Alle 8.50 sono in griglia pronto a partire.
9.20 lo sparo, la fila scorre veloce senza intoppi. Corro meno di cento metri e “patapumfete” un gel che avevo nel taschino cade per terra…pazienza, me ne restano due.
I primi km li corro agile, mi guardo intorno, applaudo i gruppi a lato della strada, ce ne saranno davvero tanti. Pollice in alto per una cantante giovanissima che con la sua band propone i migliori Toto di fine ’80.
Arrivo al trentesimo chilometro, e secondo i piani, è il momento di allungare il passo e portare a casa il risultato. Pronti, via! Guardo l’orologio e il cronometro segna esattamente 10 secondi in più sul passo che tenevo prima… “mmmh ma non dovevo andare più forte? E si che di fatica ne faccio…ok adesso riprovo, brumm bruum…"
Stesso risultato! "Ok, torno ad andare piano, agile e decontratto che faccio meno fatica…e vado uguale”.
Sono piazza San Marco, sul lato sinistro del percorso è pieno di spettatori che fanno il tifo. Vedo il traguardo, provo a cercare fra il pubblico Chiara, ma niente troppa gente, troppa confusione. Arrivo sotto al cronometro montato sul traguardo, salto per toccare con la mano il quadrante che segna tre 3:19:41 (purtroppo non esiste una foto che mi ritrae nel gesto… e io che mi ero tanto impegnato).
Per tre minuti non ho fatto il record, ma sono contento, contentissimo!
Dopo ripetute esperienze negative, dovute (adesso mi sento di dirlo) alla testardaggine e all’accanimento sul cronometro, stavolta ho vinto io.
Ho vinto perché ho saputo capire quanta energia avevo nelle gambe e come potevo spenderla.
Ho vinto perché adesso mi conosco un po' di più e questo è uno dei regali di questo sport.
E per il tempo? Beh, ho vinto che ho ancora voglia di correre un’altra maratona (si un’altra) e provarci ancora!
g.
E per il tempo? Beh, ho vinto che ho ancora voglia di correre un’altra maratona (si un’altra) e provarci ancora!
g.
3 commenti:
Spettacolo!
Sei stato un grande Giovanni!
La concentrazione, la preparazione e la determinazione ti hanno fatto correre sicuramente la tua migliore prestazione sportiva.
Bravo!
Bellabigo
applaudo, convinto che con questa giusta filosofia e la capacità d'ascoltare il proprio corpo realizzerai presto il tuo sogno ossia di scendere sotto le 3h.15'.
Lo sai bene che il sottoscritto ha sempre corso a sensazione ed ora riesco dopo tanti anni d'esperienza sul campo a tradurre le informazioni trasmesse dal mio corpo.Ogni tanto sarebbe logico ignorare quello che la mia mente diabolica mi propone ma lo sai che la pazzìa sportiva è un'altra componente del mio dna.....
Grande Giova!
E già ti ho detto che le 3h10' le faremo all'Elba!
Un plauso speciale anche a Bigo!
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