<< ...così scelsi lo sport più puro che ci sia: la corsa. L'uomo, quando corre, ridiventa animale: cacciatore o cacciato non fa differenza. Perchè nel gesto del correre il traguardo non appare. Prevale la fuga. Così fuggivo io, lungo le strade della campagna, con lo stesso orizzonte davanti e dietro. Correre mi dava la piacevole sensazione di lasciarmi alle spalle qualcosa che non avrei riveduto mai più. Il battito del fiato nelle tempie, il tonfo lieve dei piedi uno dietro l'altro, la contrazione e la tensione dei muscoli, erano un esercizio spirituale...
...poi veniva la gratificazione dello sfinimento, la sensazione di essere infine riuscito a consumarmi... Non ero riuscito a trovare il paesaggio verso lo speculare altrove cui astrusamente anelavo, ma almeno mi ero ripulito, svuotato d'ogni tristezza. Mi liberavo spogliandomi dall'involucro indurito di sudore, lasciavo nella tuta fradicia l'umore velenoso dei miei pensieri. Restava il mio corpo lattescente davanti allo speccho appannato del bagno e il profumo del tè caldo col limone che mia madre mi preparava. >>
da:
"Il compagno di scuola"
Diego Marani
Ed. Bompiani