lunedì 30 agosto 2010
Sarnico 2010
venerdì 27 agosto 2010
CPH ultime foto
Seconda foto scattata alla cena di lunedì nel classico ristorante danese: trattoria "La Vecchia Signora".
domenica 22 agosto 2010
Challenge Copenhagen 2010
Ore 4.25 suona la sveglia, fuori è ancora buio e non sembra piovere o almeno non come la sera prima. Chiara si sveglia con me, facciamo colazione poi praticamente ancora in pigiama prendo le mie ultime cose ed esco di casa verso la stazione della metro. Non c’è nessuno (ovvio) e comincia a fare luce, cammino in mezzo alla strada, lo so me la tiro, ma voglio sentirmi un po’ guerriero. Mentre faccio il biglietto in stazione appoggio la borraccia col biberone pre-gara sopra la macchinetta. Salgo sul treno e ovviamente il biberone rimane a terra. Ok, mi fermo alla stazione successiva retro-font a riprendere il biberone e di nuovo in direzione Amager. Questa volta sembra tutto ok, sono comodamente seduto e sorseggio il mio abominevole biberon. Mi si siede a fianco, giuro è vero, l’unica brutta figa della Danimarca. Informo immediatamente il mio compagno di avventure via sms che sta per salire sullo stesso treno. Mi troverà immediatamente, non può sbagliare. Non diciamo niente solo un sorriso d’intesa che poco dopo scoppia in risata.
Scendiamo in Amager Strandpark che manca poco alle 6, e comincia a piovigginare.
Sembra incredibile, ma l’ora a mezza che manca alla partenza passa velocissima e in men che non si dica ci ritroviamo sulla spiaggia con la muta allacciata, la cuffia in testa pronti per partire. Non ho visto Chiara. Per proteggermi dal freddo e dalle meduse mi sono preventivamente spalmato della vaselina su collo, fronte, mani e piedi. Indosso gli occhialini che…ovviamente sono belli unti anche loro, errore da non ripetere in futuro. Comincia il conto alla rovescia, mi giro saluto Pol:”ci vediamo dopo-in bocca al lupo - crepi il lupo”. Sirena e via che mi tuffo.
foto dal ponte (ChiaraN)
Non nuoto bene, non riesco a prendere il ritmo, un po’ di botte qua e là, ok quelle ci stanno però tra che non vedo niente in acqua perché è sporca, il cielo grigio che la rende ancora più nera, gli occhialini unti non è una delle partenze migliori. Prime boe e riesco un po’ a distendere la nuotata. Il percorso rettangolare prevede il passaggio sotto due ponti, ciascuno crea un po’ di ingorgo e relative botte. Per farla breve: tra che non sono mai riuscito a prendere bene il mio ritmo, tra che circa a ¾ di gara mi è venuto un crampo al polpaccio sinistro che mi ha fatto un po’ tribolare, non ho nuotato bene.
Esco dall’acqua guardo il cielo ed è ancora grigio, mi chiamano:”Gioviiiiiii”. Grande Chiara ce l’hai fatta, mi fermo per un bacio volante.
Ok Govo basta con queste fregnacce da finocchio, recupera la sacca e vatti a cambiare!
Entro nella tenda e mi siedo a fianco a una ragazza orientale. Via la muta, via il costume e pipino di fuori: oppala! Mi vesto da ciclista caccio tutto dentro la sacca, recupero la bici e via a pedalare.
Primi 7km agilissimi mentre mi mangio una barretta con calma e bevo dalla borraccia. Percorso iniziale di una decina di chilometri tutto cittadino con curve, ponti etc., molto bello. Sono contento si vede?
foto ufficale gara che non ho ancora acquistato (short arm)
Si pedala sul lungomare verso nord. Dopo una trentina di km si taglia verso l’entroterra ed è tutto un su e giù molto dolce per le campagne: si può fare della velocità. Rientro a Cope e fine dell’anellone da 85km da ripetere due volte con ultimo tratto in pavè. Siamo giustamente sfilacciati e si riesce a mantenere la distanza no draft, avanti ho un uomo con una Specializzed rossa e nera e con una sorta di K-Way allacciato che nei tratti controvento fa una vela mostruosa piuttosto inguardabile.
Il menù di oggi prevede:
panino A: prosciutto e Philadelphia nella tasca destra – seccato al 60esimo km;
panino B: prosciutto e Philadelphia nella tasca sinistra. – seccato al 120esimo.
Il meteo è migliorato, c’è il sole.
Ultimo pezzo in pavè, ci siamo comincio a sentire un gran vociare, è l’ora del secondo cambio. Il chilometraggio è preciso al metro. Scendo dalla bici e schiaccio il lap sull’orologio. Però…che gambina, adesso vediamo se ho fatto troppo l’asino oppure ne ho ancora per correre.
Recupero la mia sacca, solita tenda, solito cambio e solito nudismo a profusione. Esco dalla T2 e schiaccio di nuovo il crono. 7 ore esatte, oi vediamo come va a finire.
La maratona è bellissima, non c’è un metro senza tifo. Poco dopo il primo giro di boa incrocio un missile col body giallo-nero e gli urlo:”POOOOOL”, ci diamo il 5. Maial se va… Lungo il porto ci sono un sacco di navi militari, ci si passa a fianco. Non ci sono i km segnati, ma va bene lo stesso, corro a sensazione e mi levo il cardio perché fa troppa pressione sul petto e mi dà fastidio. Quando sento che sono stanco rallento e cerco di recuperare, quando sento che ne ho allungo appena appena il passo. Prima del secondo giro di boa ci sono un po’ di saliscendi non proprio comodissimi. Circa al ventesimo km Pol mi raggiunge, cerca di incitarmi a proseguire con lui, ma ha un passo troppo “aggressive” (poteva essere diverso?), amico sarà per la prossima volta, ma in questo momento sono in pitona pesa e a momenti non ti riconosco neanche. In mezzo a un casino di gente vedo Chiara che mi viene incontro sono al 28esimo, è al telefono con mio papà, dico “ciao” e poi “ultimo giro, ci vediamo fra un po’”. Ovviamente ora sono carico e la pitona se ne è andata. Mi ripeto più volte: “Govo corri bene”, probabilmente lo dico anche ad alta voce. Arrivo all’ultimo giro di boa e comincio ad allungare. Ultimi 4km mi sento bene, la gamba reagisce. Salto l’ultimo ristoro (scusa coach) ed entro nell’area della finish line.
foto arrivo 1 dalla tribuna (ChiaraN)
C’è un tifo pazzesco, mai visto una cosa simile. Sono carico come una mina. Ultimi 5 metri alzo le braccia al cielo e caccio un urlo liberatorio più forte che riesco.
Mi danno un asciugamano, vedo Pol con le braccia alzate che mi dice:”prendi la medaglia, prendi la medaglia”. Mi giro verso i volontari e dico “datemi un asciugamano barboni”, “no la medaglia, imbambì, l’asciugamano ce l’hai già”. “Si è vero, datemi la mia medaglia”. E infine un abbraccio d’Amicizia vera e con la A maiuscola che conclude questa bella avventura.
Recuperati armi e bagagli esco dall’area atleti e vedo finalmente, la mia ex… ma si dai, mia moglie e mi sa che ci commoviamo per l’ennesima volta, baci e abbracci a profusione anche qui.
martedì 17 agosto 2010
Meno uno
Sveglia di buon’ora, colazione a base di dolcetti danesi al cardamomo e caffè. Ci siamo: adesso si tratta solo di aprire la bara contente la bicicletta e rimettere insieme i pezzi nel verso e nell’ordine corretto. Ho tempo fino alle 16 dopodiché ho il bike check in T1.
Dopo circa un’oretta concludo l’operazione. Tutto sembra in ordine. Mi chiedo solo quale sarà il pezzo a staccarsi per primo e dopo quanti km…
A pranzo ci raggiunge Pol: pasta al pomodoro e hamburger. Amico, levati le scarpe che fuori piove: “si, ok ”. A fine pranzo inciampa in un gradino di casa a piede nudo. Vengo accusato di avvelenamento (pranzo) e di aver preparato la trappola per azzopparlo il giorno prima della gara. Sarà così?
Intanto fuori diluvia forte.
Ore 16: non posso più aspettare, prendo la metro e vado alla consegna delle sacche con gli indumenti e della bicicletta.
look 486 sulla linea M2 con portaborraccia multiuso
Arrivato in Amager Strandpark mi si presenta davanti una scena quasi apocalittica. Direi che le foto parlano da sole. Mi danno un telo di plastica per coprire la bici e tanti saluti.
Torno a casa completamente fradicio: pantaloni, giubbino, scarpe, tutto.
Fortunatamente una serata in piena atmosfera hyggelig riesce a distendermi e a riscaldarmi in vista del giorno dopo. Pioverà, non pioverà? Ci penserò quando sarà ora, tanto ho la barba che mi protegge.
Verso CPH
Partiti dal loculo di Roveleto(PC) alle 7.15 in pacca ChiaraN ed io raggiungiamo l’aeroporto di Malpensa alle 9:00; sbrigate le procedure di imbarco dei bagagli e soprattutto della bici, mentre cerchiamo l’ingresso al nostro gate incontriamo NIENTEPOPODIMENOCHE Gennaro “Ringhio” Gattuso, che in tuta nera Emirates e Ray Ban a goccia firma autografi a destra e a manca. Il giocatore famoso per la sua tenacia non può che essere di buon auspicio.
Questo giro si vola con Easy Jet. Direi che più o meno siamo allo stesso livello di Raynair; forse il personale di volo (ma non so se sia stato un caso) ci è sembrato un tantino meglio.
Atterrati nella capitale danese, ritirati i bagagli e la bicicletta - confesso che ero preoccupato- pranzo easy in aeroporto con panini al salmone affumicato, che del resto se non è buono qui non è buono da nessuna parte, e varie… sorpresina: du panini e du cocacole TRENTA euri.
Prendiamo la metro per raggiungere casa. Arrivati a destinazione veniamo accolti da Anne e Walter alla grandissima: sono una coppia formidabile e… seconda sorpresa della giornata… Walter è musicista, musicista Gipsy Jazz. Questo è il suo sito.
Rapidamente metto la muta nello zaino e mi dirigo all’Ironman Park per sbrigare il ritiro del pettorale, incontrarmi con Pol e di seguito andare ad Amager Strandpark per fare una nuotatina. Conosco, ed è un piacere, Federico (Ironfede).
Arrivato alla spiaggia socializzo con due ragazzi francesi, facciamo il bagno giusto per sentire se l’acqua è così fredda come si pensa e se ci sono le annunciate meduse. Per queste ultime ho già fatto pratica a Levanzo con qualche punturina qua e là, ma soprattutto mi sono fatto crescere una bella barbazza lunga lunga. E invece no: si sta bene, niente onde e temperatura buona (bella fresca), l'acqua è solo sporca. Uscendo mi taglio benino un alluce con una conchiglia: direi ottimo. E le meduse? Vabbè la barba la tengo lo stesso.
Rientro a Copenhagen e finalmente mi incontro con la ex-morosa per andare al pasta party.
Fatto il pieno di pastazza cotta e cucinata alla straniera, passeggiata per il centro dove, dal momento che alla cena mancavano i dolci, ci prendiamo un mistico “belgium waffeln” con gelato morbido alla panna.